Su invito della SG-DFI, le associazioni culturali nazionali hanno incontrato per la quarta volta il Consigliere federale Alain Berset. All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti di Cantoni e Città. L’attenzione si è concentrata sugli effetti primari della pandemia per operatori, imprese culturali e associazioni amatoriali del settore culturale. Il settore culturale ha sottolineato l’importanza di prolungare nel tempo le misure di compensazione e di sostegno ormai collaudate.
La Taskforce Culture condivide la valutazione del Consiglio federale (cfr. Progetto di messaggio di fine settembre 2021) secondo cui gli strumenti per combattere le conseguenze economiche della pandemia nel settore culturale devono essere prorogati per il prossimo anno. Gli attuali valori empirici mostrano, infatti, che il settore culturale dovrà lottare con le perdite derivanti dal Coronavirus per molto più tempo che non la fine del 2021, si pensi, per esempio, ai costi aggiuntivi dovuti al lavoro supplementare (controlli, piani di protezione), al numero di spettatori significativamente inferiore (e quindi alle minori entrate o alle continue perdite nella vendita di biglietti, ma anche nella ristorazione legata alle manifestazioni), alle restrizioni di viaggio internazionali, all’incertezza di pianificazione, nonchè alle opportunità di guadagno ancora ridotte per molti operatori culturali (mancanza di ingaggi e arretrati di produzione).
Margini ridotti, nessuna riserva, nessun prestito
Un’estensione delle misure di compensazione e di sostegno collaudate ed efficaci contenute nella legge Covid-19 è dunque urgente e indispensabile. Nel contempo le associazioni culturali sono molto preoccupate del fatto che secondo il testo del messaggio non si escluda di fare eventuali aggiustamenti del sistema di contributi a fondo perso «sulla base dell’esperienza pratica». Tra le altre cose, ciò potrebbe implicare che in futuro saranno concessi unicamente prestiti, cosa che, considerate le condizioni peculiari in cui la cultura opera, non ha senso ed è pertanto respinta con forza dal settore culturale. A causa dei «margini ridotti» tipici del settore, la maggior parte delle imprese e degli operatori culturali non e?, infatti, in grado di coprire i proprio costi già in tempi normali: non ci sono riserve e, nonostante i salari inferiori alla media, raramente si realizza un utile. Ecco perchè i prestiti non potrebbero praticamente mai essere rimborsati.
Misure di compensazione fino al 2022 come risarcimento per i massicci provvedimenti
Il fatto che fino ad ora sia stato possibile preservare ampiamente la diversità culturale è dovuto a due fattori principali: la volontà degli attori del settore culturale di mantenere viva l’offerta culturale contro ogni ostacolo non appena questo fosse possibile, e le misure di compensazione e sostegno messe in campo dalla Confederazione e dai Cantoni. Tenere in vigore fino alla fine del 2022 queste misure di compensazione efficaci nella loro forma ben collaudata è pertanto indispensabile.
Qualora, contrariamente alle previsioni, il ritorno a condizioni normali per il settore culturale dovesse arrivare più rapidamente, ciò porterebbe automaticamente ad un minor numero di richieste di compensazione ricevute o approvate. Un’estensione delle misure di compensazione è pertanto unicamente una protezione finanziaria urgente e indispensabile per dare al settore la necessaria fiducia nel futuro. Il settore culturale ha urgente bisogno di stabilità in una situazione che è per esso è ancora fortemente instabile.
Il fatto che la proroga delle misure di compensazione abbia il suo prezzo è indiscutibile, d’altra parte è anche vero che la loro interruzione non sarebbe semplicemente più economica in quanto sposterebbe di fatto i costi su altri pilastri (per esempio l’assistenza sociale al posto degli Aiuti di emergenza di Suisseculture Sociale). Nel calcolo dei costi è, inoltre, necessario tenere in considerazione anche del rischio della perdita di competenze e dell’aumento della disoccupazione.
Le principali preoccupazioni del settore culturale per i prossimi mesi
- La priorità assoluta è quella di prorogare fino alla fine del 2022 le collaudate misure di compensazione e di sostegno specifiche per la cultura ai sensi dell’art. 11 della legge Covid-19 (IPG Cultura a fondo perso, contributi per Progetti di ristrutturazione, Aiuti d’emergenza per operatori culturali, Aiuti finanziari alle associazioni amatoriali).
- C’è ancora bisogno della compensazione per lavoro ridotto anche per i contratti di lavoro temporanei o per i dipendenti su chiamata (con una compensazione del 100% per i redditi bassi). Queste forme di lavoro sono peculiari del settore culturale.
- La proposta che a partire dal prossimo anno l’Indennità di perdita di guadagno Corona (IPG Corona) sia possibile solo per coloro che devono interrompere completamente la loro attività lavorativa a causa di misure ufficiali deve essere respinta. Il diritto alle indennità giornaliere deve continuare ad essere in vigore anche nei casi di attività lucrativa significativamente ridotta.
- Lo scudo protettivo per gli eventi pubblici deve essere esteso fino alla fine del 2022. Con il tempo di pianificazione da 6 a 9 mesi necessario per i grandi eventi, questo strumento di copertura del rischio è fondamentale – soprattutto in vista dei grandi festival estivi del 2022.
- Anche le associazioni attive nell’ambito della cultura amatoriale dovrebbero poter aver accesso ai contributi per i Progetti di ristrutturazione.
I membri della Taskforce Culture: Olivier Babel (LIVRESUISSE), Stefan Breitenmoser (SMPA – Swiss Music Promoters Association), David Burger (MMFS – MusicManagersForum Suisse), René Gerber (Cinésuisse – Dachverband der Schweizerischen Film- und Audiovisionsbranche, ProCinema – Schweizerischer Verband für Kino und Filmverleih), Regine Helbling (Visarte – Berufsverband visuelle Kunst Schweiz), Liliana Heldner (DANSE SUISSE – Berufsverband der Schweizer Tanzschaffenden), Christian Jelk (Visarte – Berufsverband visuelle Kunst Schweiz), Sandra Künzi (t. Theaterschaffende Schweiz), Alex Meszmer (Suisseculture), Marlon Mc Neill (IndieSuisse – Verband unabhängiger Musiklabels und -produzent*innen, SMECA – Swiss Media Composers Association), Jonatan Niedrig (PETZI – Verband Schweizer Musikclubs und Festivals), Nicole Pfister Fetz (A*dS – Autorinnen und Autoren der Schweiz, Suisseculture Sociale), Rosmarie Quadranti (Cultura), Nina Rindlisbacher (SMR – Schweizer Musikrat), Beat Santschi (SMV – Schweizerischer Musikerverband, die Schweizer Musiker*innengewerkschaft), Christoph Trummer (SONART – Musikschaffende Schweiz).
Comunicato stampa della Taskforce Culture